L’obiettivo non é stato raggiunto: la Grecia non è riuscita nell’intento di raggiungere un tasso di scambio del 90% dei suoi titoli con scadenza 2020, per un valore totale di 135 miliardi di euro. Alcune indiscrezioni non confermate ufficialmente, parlano di un’adesione che non ha superato neanche il 70%. Si alimentano così nuovi timori per la Grecia, ma secondo il portavoce del governo ellenico Ilias Mosialos, la nazione non corre il rischio di dover uscire dall’euro: la prossima settimana riprenderanno gli incontri tra governo greco, Fmi, Unione Europa e Bce, per discutere i bilanci 2011 e 2012 di Atene e l’esame dei cambiamenti strutturali che la Grecia si è impegnata ad eseguire.
Un dato che si rivela preoccupante, perchè il ministro delle finanze di Atene, Evangelos Vezenilos, aveva minacciato di non dare corso all’operazione se non fosse stata raggiunta la soglia del 90%. E forse potrebbero andare in fumo anche ulteriori aiuti per la Grecia: il governo della cancelliere Angela Merkel si sta preparando per puntellare le banche tedesche nel caso che la Grecia non riesca a soddisfare i termini del pacchetto di aiuti e vada in default. Un rischio che sembra molto vicino in quanto ad alimentarne le voci contribuiscono i dati sulla crescita, con il pil in calo nel secondo trimestre del 7,3%. Mercoledì scorso Jean-Claude Juncker ha sottolineato che la Grecia deve sapere che gli obiettivi che abbiamo fissato devono essere raggiunti e rispettati, senza ulteriori esitazioni e perdite di tempo.
La Grecia è sulla lama del rasoio – ha detto il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e riportato un bollettino del parlamento pubblicato pochi giorni fa -. Se il governo non riuscirà a prestare fede alle sue promesse, starà alla Grecia pensare a come finanziarsi senza l’aiuto dell’eurozona. Il governo tedesco sta attendendo i risultati dei resoconti sui progressi della Grecia e deciderà la strada da prendere.
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