Secondo le stime il tasso di disoccupazione dell’Area Euro si attesta al 10.7%, mentre nei Paesi dell’area Ocse si parla di un 8.2% a febbraio scorso (in linea con il dato del periodo precedente). In Spagna i senza lavoro sono saliti dal 23.1% al 23.3% così come in Francia nello stesso periodo di riferimento sono saliti dal 9.9% al 10%. In Germania nel mese di febbraio il dato è pari al 5.8% (+0.1% rispetto a gennaio) mentre in Italia 9.3% con la crescita in termini percentuali maggiore tra i Paesi indicati (0.3%).
Nell’intera area Ocse ci sono quindi 44.8 milioni di disoccupati (300.000 in meno rispetto a gennaio). In un clima che sembrava di ripresa ed invece sembra stia diventando recessione si torna a parlare del mercato dei titoli di Stato ed in particolare si ricomincia ad accostare l’Italia alla Spagna. Nonostante la distanza sul piano economico e finanziario è ancora enorme tra i due Paesi i media sottolineano come lo spread dei titoli Italiani è estremamente vicino a quello dei titoli spagnoli (10 punti di differenza, sempre con riferimento al Bund ovviamente).
Secondo i dati ufficiali poi il rapporto debito/pil della Spagna è inferiore rispetto a quello dell’Italia, anche se per chi ha seguito le vicende il dato è assolutamente insignificante; le banche Italiane sono state ricapitalizzate mentre le spagnole non ancora e sopratutto l’Italia cerca il pareggio di bilancio nel 2013 ed ha avuto un Governo di emergenza che ha stravolto le stime ed i numeri del Paese.
Per quanto ci si ostini quindi a voler cercare paragoni con altri Stati, un Paese come l’Italia ha una storia propria e degli obiettivi unici che vanno presi e valutati singolarmente. Pur facendo parte dell’Unione Europea quindi i rischi sono ancora ben diversi tra Italia e Spagna, tanto che mentre nella prima è in corso una ripresa economica, nella seconda il rischio di default è praticamente lo stesso di qualche mese fa’.