Con politica fiscale si designa la manovra del bilancio dello Stato e di altri enti pubblici con finalità di variazione del reddito e dell’occupazione nel breve periodo.
Le entrate pubbliche sono di 2 tipi:
1. Entrate correnti che sono connesse con i tributi e in minima misura da altri fonti.
2. Entrate in conto capitale derivano da alienazione di beni patrimoniali e aziende pubbliche e dal rimborso di crediti.
1. Entrate correnti che sono connesse con i tributi e in minima misura da altri fonti.
2. Entrate in conto capitale derivano da alienazione di beni patrimoniali e aziende pubbliche e dal rimborso di crediti.
Le spese pubbliche sono composte da:
1. la spesa pubblica per beni e servizi.
2. Spesa per consumi pubblici che è il costo per il personale aumentato delle spese per acquisti correnti di beni e servizi.
3. Spesa per investimenti pubblici che è destinata ad ampliare la dotazione di capitale di proprietà pubblica (scuole, ospedali, opere pubbliche in genere).
4. I trasferimenti correnti in senso stretto includono: trasferimenti alle famiglie, aventi finalità redistributive e di fornitura di beni meritori.
5. trasferimenti alle imprese, consistono di contributi assegnati alle imprese con varie finalità: miglioramento bilancia dei pagamenti, redistribuzione, aumento della domanda, aiuti a settori in crisi.
6. trasferimenti al Resto del mondo, per contribuzioni a organismi internazionali, cooperazione con PVS etc.
1. la spesa pubblica per beni e servizi.
2. Spesa per consumi pubblici che è il costo per il personale aumentato delle spese per acquisti correnti di beni e servizi.
3. Spesa per investimenti pubblici che è destinata ad ampliare la dotazione di capitale di proprietà pubblica (scuole, ospedali, opere pubbliche in genere).
4. I trasferimenti correnti in senso stretto includono: trasferimenti alle famiglie, aventi finalità redistributive e di fornitura di beni meritori.
5. trasferimenti alle imprese, consistono di contributi assegnati alle imprese con varie finalità: miglioramento bilancia dei pagamenti, redistribuzione, aumento della domanda, aiuti a settori in crisi.
6. trasferimenti al Resto del mondo, per contribuzioni a organismi internazionali, cooperazione con PVS etc.
La politica fiscale è quindi quella politica volta incidere sul reddito o sull’occupazione, andando ad aumentare o diminuire (in base all’effetto che si vuole ottenere) una delle componenti sopra analizzate. Ma come possono aumentare il reddito o l’occupazione? Un esempio evidente è quello degli effetti sul reddito e sull’occupazione con la manovra delle imposte . Se lo Stato aumenta le imposte allora i cittadini avranno meno reddito da poter spendere e diminuiranno la loro domanda di beni. A che scopo ridurre il reddito di un Paese? Non sarebbe l’ideale vedere sempre aumentare il PIL? Questo non è sempre vero, infatti se il PIL aumenta, si avrà col tempo un aumento dei prezzi dei beni, per dirla in termini spiccioli: se ci sono più soldi in giro, se ne domanderanno sempre di più, i prezzi aumenteranno e l’aumento del livello generale dei prezzi altro non è che l’inflazione! Ecco perché a volte si opta per una politica fiscale restrittiva (ovvero che diminuisca il PIL) allo scopo di frenare l’inflazione. Al contrario il Governo può optare per una politica fiscale espansiva (che aumenti il reddito), quindi riducendo le imposte affinchè si abbia più denaro a disposizione da poter spendere in beni, le aziende dovranno produrre di più per far fronte all’aumento della domanda e per produrre di più assumeranno nuovi dipendenti: è così che tramite la politica fiscale si incentiva l’occupazione.