Nessun riscatto per Facebook dopo il deludente esordio al Nasdaq, avvenuto venerdì 18 maggio. Ieri sera in chiusura a Wall Street, le azioni Facebook risultavano in calo dell’11% a 34,03 dollari, nettamente al di sotto del prezzo iniziale di collocamento di 38 dollari. In realtà, le azioni del social network erano scese addirittura del 13,6% nell’intraday fino a 33 dollari. Il tonfo di ieri è costato al colosso di Menlo Park la perdita di 10 miliardi di dollari di capitalizzazione, che ora è scesa a 94 miliardi di dollari.
Sono risultati molto elevati i volumi di scambio: soltanto nei primi quindici minuti erano passate di mano 52 milioni di azioni (in chiusura 151 milioni). Nel primo giorno di contrattazioni il titolo aveva mostrato un andamento altalenante, chiudendo praticamente con una variazione nulla rispetto al prezzo di collocamento. Gli analisti erano inizialmente molto ottimisti sull’andamento del titolo, atteso subito in progresso fino a 45-48 dollari per azione. Tuttavia, per ora la realtà sembra diversa e qualche broker e banca d’affari si sta adeguando al trend.
► FACEBOOK DEBUTTA AL NASDAQ A 38 DOLLARI
Secondo Pivotal Research, il target di Facebook non supera i 30 dollari, a causa di “preoccupazioni per la crescita del gruppo e per le incertezze sulle sue entrate pubblicitarie, per i costi in aumento e i rischi in acquisizioni”. Secondo gli analisti di Pivotal le incognite sono molte e non sembra assolutamente semplice marciare al passo di aumenti del 40% o del 50% ogni anno, necessari per giustificare una market cap da 100 miliardi di dollari.
Secondo Pivotal, al momento la capitalizzazione di mercato più coerente intorno a 60 miliardi di dollari. Richard Greensfied di BTIG, invece, ha una raccomandazione sul titolo a “neutral” con valutazione “non attraente”. Secondo Michael Pachter di Wedbush Securities è stata “sovrastimata la domanda”, in quanto è molto raro che una Ipo arrivi al debutto alzando sia il prezzo che il numero delle azioni.