Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec), sta mettendo a punto una sorta di decalogo con delle importante proposte di semplificazione nel settore fiscale, commerciale, ma anche del diritto di famiglia: attraverso questa iniziativa, Siciliotti intende porre in essere un confronto col governo, in particolare col premier Silvio Berlusconi. Il presidente del consiglio, infatti, aveva fatto sapere, tramite il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il quale è intervenuto al congresso di categoria di Torino, di voler avviare un confronto che verta sulle modalità di semplificazione e modernizzazione del paese. Tra le novità e i punti più interessanti che figurano in questo decalogo vi sono di sicuro le semplificazioni relative al rito civile, soprattutto per quanto riguarda le separazioni tra i coniugi, ma anche le modalità sui trasferimenti di aziende o rami di azienda.
Si registrano innovazioni importanti, inoltre, in relazione ai trasferimenti di beni mobili registrati e nell’archiviazione in formato elettronico dei documenti contabili, la qualifica di sostituto di imposta riguardo al curatore fallimentare, i tempi per la presentazione delle dichiarazioni per disapplicare l’Iva e infine la documentazione per dedurre fiscalmente le spese di vitto e alloggio dei professionisti. Secondo Siciliotti, tale documento è solamente un primo passo verso la completa semplificazione delle procedure fiscali, un contributo importante a cui faranno seguito altre proposte. Sono state comunque le positive le reazioni da parte del governo. Il ministro Alfano ha infatti espresso il suo apprezzamento:
Dai commercialisti non giunge una semplice proposta di riforma, ma qualcosa di più. Ho letto le loro tesi e sono tutte all’attacco: in questa grande “partita” per cambiare il paese bisogna essere uniti.
Tra l’altro Siciliotti ha anche bocciato la proposta giunta dal segretario del Pd Franceschini di voler tassare ulteriormente i redditi più alti: secondo il Cndcec, infatti, tale proposta dovrebbe essere affiancata da più ampi accordi di riforme strutturali.