Per Abenomics si intende la ricetta di politica economica del primo ministro giapponese Shinzo Abe, necessaria per risollevare le sorti del paese del Sol Levante dopo 15 anni di deflazione e stagnazione economica. La ricetta di Abe si basa sull’aumento massiccio della spesa pubblica e su una manovra di stimoli monetari senza precedenti. L’obiettivo è rilanciare l’economia, attraverso la svalutazione competitiva dello yen sui mercati internazionali, e raggiungere un target di inflazione al 2% nel giro di un paio d’anni. La politica economica di Abe mette da parte il contenimento del debito pubblico.
Mentre in Europa si perseguono dolorosi programmi di austerità per risanare le finanze pubbliche, il Giappone fa esattamente l’opposto nonostante abbia il debito pubblico più alto del mondo. Ritornato a guidare il governo nipponico dopo le elezioni di metà dicembre 2012, il leader nazionalista del partito di centro-destra dei Liberaldemocratici ha messo il rilancio dell’economia al centro del suo programma politico. Con l’inizio del secondo trimestre del 2013, Abe ha fatto notevoli pressioni sulla Bank of Japan per un cambio al vertice.
► CHE COS’E’ LA GUERRA DELLE VALUTE
Il nuovo governatore Haruiko Kuroda, più incline alle idee di Abe, ha subito annunciato un nuovo programma di quantitative easing, raddoppiando gli acquisti di titoli di stato domestici fino a spingere i tassi giapponesi di lungo termne su valori irrisori e sempre più vicini allo zero. Attualmente il Giappone ha un piano di stimoli monetari da 770 miliardi di dollari l’anno, secondo soltanto a quello della Fed, che dovrebbe far raddoppiare la base monetaria nel giro di un paio d’anni. L’Abenomics ha subito avuto due importanti effetti: la svalutazione dello yen e il boom della borsa di Tokyo.
► BORSA DI TOKYO: MIGLIOR APRILE DEGLI ULTIMI 20 ANNI
Da metà novembre 2012 lo yen ha perso il 27% sul dollaro americano, con il cross Usd/Jpy passato da 80 a 102. Il cambio euro/yen è passato da 100 a 132. La clamorosa svalutazione della divisa nipponica ha risollevato le sorti delle aziende nipponiche maggiormente votate all’export, che hanno raddoppiato gli utili e messo a segno performance borsistiche eccezionali. Negli ultimi 6 mesi l’indice Nikkei-225 della borsa di Tokyo ha guadagnato il 70% e oltre il 40% da inizio 2013.