Accelerazione dell’elettrificazione e generazione da fonti rinnovabili al 75%. Investimenti per 37 miliardi di euro, gran parte dei quali in Italia, Spagna e Stati Uniti. Ma anche riposizionamento geografico, attraverso un pacchetto di dismissioni che dovrebbe liberare di 21 miliardi di euro il debito. Una strategia, quella annunciata ieri a Milano, tesa ad aumentare la nostra resilienza e sostenere la crescita del Gruppo e del sistema-Paese – oltre a rispondere alle sfide della transizione energetica ed ecologica e agli impegni del PNRR.
“Nei prossimi tre anni, ci concentreremo su modelli di business integrati, know-how digitale, business e aree geografiche che possano aggiungere valore nonostante le complessità dell’attuale scenario”.(Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale Gruppo Enel)
Vediamola più da vicino:
- Una filiera industriale che soddisfi circa il 90% delle vendite a prezzo fisso con elettricità carbon-free, portando la generazione da fonti rinnovabili al 75% – rispetto al circa 55% attuale – e digitalizzando circa l’80% dei Clienti di rete.
- Riposizionamento geografico su 6 Paesi considerati “core” (Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia) e dismissione da altri – come Romania, Argentina e Perù.
- Conferma del dividendo per azione a 0,43 euro, in aumento rispetto al 0,40 del 2022, con un rendimento atteso dell’8,3%.
- Investimenti per circa 37 miliardi, dei quali 22 a sostegno della strategia. commerciale integrata del Gruppo e 15 a supporto delle reti come abilitatori della transizione energetica.
- 21 miliardi di euro di dismissioni, dei quali 11 a consolidamento del debito e 10 per l’equity patrimoniale.
Tutto questo, con una previsione di crescita EBITDA a 22.2-22.8 miliardi e dell’utile netto a 7-7.2 miliardi per il 2025.
Di conseguenza, quattro le azioni strategiche:
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- Bilanciamento della domanda e dell’offerta, per ottimizzare il profilo di rischio e rendimento.
- Decarbonizzazione – per aumentare autonomia dal metano, sostenibilità, sicurezza e competitività.
- Sviluppo e digitalizzazione delle reti per abilitare la transizione energetica.
- Razionalizzazione del business e delle aree geografiche.
Per quanto riguarda la decarbonizzazione, Enel prevede di aggiungere entro il 2025 21 GW di capacità rinnovabile installata dei quali 19 GW nei sei Paesi core, gran parte della quale generata con il solare (52%) e l’eolico (27%). Per arrivare così al 75% di energia da fonti rinnovabili dal 58,7% dei primi 9 mesi del 2022. Una scelta coerente con l’obiettivo delle “zero emissioni” che il Gruppo ha anticipato al 2040 e che, secondo l’AD Starace, potrebbe essere raggiunto persino prima.
Infatti, le rinnovabili in Italia saranno potenziate nel triennio con installazioni per 4,2 GW e un investimento di 5,4 miliardi di euro. Un pacchetto che “potrebbe raddoppiare se verranno messe in campo le giuste misure che il Governo ha annunciato”, anche per “sbloccare l’incredibile ingorgo di iter autorizzativi” che condizionano lo sviluppo del settore. Enel, ha assicurato l’AD, ha in Italia 30mila MW di investimenti potenziali.
In sintesi: (a) accessibilità economica, per fornire energia a prezzi ragionevoli e stabili nel lungo termine; (b) sicurezza, per limitare l’esposizione alle tensioni geopolitiche; (c) sostenibilità, affinché l’approvvigionamento energetico non abbia impatto sul clima.
Come rivelato ieri durante il Capital Markets Day, “il 94% degli investimenti totali del Gruppo nel 2023-2025 è in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite” e oltre l’80% è in linea con i criteri della tassonomia dell’Unione Europea per i loro “sostanziale contributo alla mitigazione del cambiamento climatico”.