Potrebbe essere quello della bancarotta il destino dell’ex-colosso automobilistico americano General Motors. I vertici della società, infatti, hanno oramai poche settimane di tempo per convincere la “task force” del settore auto, voluta negli USA dal Presidente Barack Obama, del fatto che il piano di rilancio dell’azienda è credibile, sostenibile, e capace di riportare la società di Detroit a generare utili. Ma secondo quanto riportato dal New York Times, il Governo USA appare già pronto a partire dal prossimo mese di giugno ad agevolare la General Motors a richiedere la protezione dai creditori avvalendosi del “Chapter 11” della Legge fallimentare americana, avviando quella che dalla stampa internazionale viene definita come una bancarotta “pilotata” e “chirurgica”. General Motors, schiacciata dai debiti, potrebbe con la bancarotta proseguire le proprie attività e tagliare i costi e le passività; dopodiché, nell’arco di qualche settimana, General Motors potrebbe emergere dalla bancarotta più snella ed efficiente senza non aver prima scorporato gli asset separando quelli buoni da quelli cattivi, ovverosia suddividendo l’attuale General Motors in una “bad company” ed in una “good company“.
Ma visto che anche con un’iniezione di fondi statali a carico dei contribuenti sarà difficile accontentare tutti, è in ogni caso probabile che gli attuali creditori della General Motors, a partire dagli obbligazionisti possano procedere, secondo quanto tra l’altro rivela il “Wall Street Journal“, ad una maxi azione legale.
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