La trimestrale di Unicredit non è stata per così dire esaltante: utili in calo del 51% nonostante l’esposizione ai mutui subprime sia passata da 164 a 94 milioni di euro. L’utile per azione sarà compreso in una forchetta tra 0,52 e 0,56 euro, cifre inferiori alle stime degli analisti, che hanno fatto perdere al titolo il 3,26%. I ricavi registrato sono in calo del 18,9% a 6,45 miliardi. La trimestrale Unicredit ha tirato verso il basso tutto il comparto finanziario: Intesa San Paolo ha perso il 2,87%, Popolare Milano il 4,34% e Mps lo 0,67%.
Il peggio però è passato
Queste le parole di Alessandro Profumo dopo l’assemblea, ma evidentemente i mercati non gli hanno dato fiducia. Colpevole delle perdite di Unicredit soprattutto il settore dell’investment banking e le svalutazioni a cui l’istituto è stato costretto. Positivi invece i risultati riguardanti l’attività tradizionale: +15% gli utili e +8,4% i ricavi.
Unicredit punta molto sull’Europa Orientale e prevede l’apertura di nuove filiali: grazie alla massiccia presenza in questa area geografica e agli investimenti fatti i ricavi sono cresciuti del 25%.
L’outlook per il 2008 è quello che meno ha convinto i mercati: troppo conservativo e i vertici non hanno nascosto la possibilità di dover ricorrere a nuove svalutazioni, per ora già arrivate a 640 milioni di euro. Secono quanto stabilito con il piano industraile varato nel 2006 l’Eps 2008 avrebbe dovuto stabilirsi tra 0,65 e 0,66 euro, dato non però confermato e ridotto a 0,56, con un core tier 1 al 6% (ridotto di mezzo punto percentuale).
La base di capitale resta comunque solida e potrebbe essere messa sotto pressione sola da una forte recessione negli Stati Uniti ed in Asia, ipotesi improbabile al momento.
Previsto anche un piano di riduzione dei costi per fronteggiare le perdite: 700 milioni di euro di tagli. I risultati non sono certo esaltanti per l’istituto finanziario primo in Italia per capitalizzazione, ma era stato già annunciato ad aprile, scongiurando l’effetto sorpresa sui mercati. Downgrade solo per Moody’s, mentre Merril Lynch ha confermato il suo buy, così come per Euromobiliare che parla di “risultati conformi alle attese”.