Il recente recupero delle quotazioni del petrolio, sui massimi degli ultimi sei mesi, sembra aver fatto cambiare idea al cartello dell’OPEC riguardo ad un possibile taglio della produzione. Proprio nel giorno in cui il cartello dovrà formulare in merito una decisione, Ali al-Nuaimi, ministro saudita, ha preannunciato che i Paesi del cartello sono concordi nel lasciare invariati i livelli di produzione. Niente taglio dell’output, quindi, per il momento, nonostante il livello delle scorte sia elevato; l’OPEC quindi punterebbe, come tra l’altro sottolineato dal ministro saudita, su una fase di riequilibrio dei prezzi da parte del mercato mantenendo l’attuale livello di produzione giornaliera di barili di petrolio pari a quasi 25 milioni. Il cartello vuole più che altro dare un segnale forte al mercato senza per il momento modificare la produzione; e non a caso Ali Al-Naimi ritiene che un prezzo del petrolio tra i 75 e gli 80 dollari al barile rimanga compatibile con lo sviluppo dell’economia mondiale. L’oro nero, secondo il ministro saudita, può così guadagnare tra i 12 ed i 17 dollari al barile rispetto ai livelli di ieri attorno ai 63 dollari, ma è lecito supporre che nel breve ciò possa accadere solo in corrispondenza di dati macroeconomici su scala globale che rilevino i primi “germogli di ripresa“.