In Italia ci sono milioni di persone che evadono le tasse, parzialmente o totalmente, “assumono” in nero e sfruttano, per dichiarare redditi inferiori al livello reale, il mancato obbligo della tracciabilità dei pagamenti. E’ questa la spiegazione che si può dare in scia ad uno studio congiunto dalla società A.T. Kearney, specializzata nei servizi di consulenza, e dalla Visa Europe, da cui è emerso come al nostro Paese sia stato assegnato il primato poco edificante dell’economia sommersa. In particolare, viene stimato che il “nero” ammonti in Italia a circa 350 miliardi di euro, pari a quasi un quarto del prodotto interno lordo; trattasi di somme che, se dichiarate, non solo darebbero una bella aggiustata ai conti pubblici italiani, ma permetterebbero, come si chiede oramai da anni, di pagare tutti le tasse per pagare meno. Per non parlare poi delle ingenti risorse che si libererebbero per le politiche a sostegno della famiglia e per aiutare i più deboli, specie gli anziani, i disabili ed i non autosufficienti.