Rapporto sui diritti globali 2008: precariato, cresce insicurezza della popolazione

Cresce sempre di più il senso di insicurezza della popolazione, la precarietà del lavoro, la sfiducia nel futuro e la paura di perdere il benessere e la qualità delle proprie condizioni di vita, esiste il rischio di processi involutivi che, oltre a danneggiare il mondo del lavoro in generale, finirebbero per devastare il tessuto connettivo sui cui si è sviluppata la nostra società, impostato su valori solidaristici e universali.

Questa è l’Italia che emerge dal “Rapporto sui diritti globali 2008“, il rapporto annuale sulla globalizzazione e sui diritti nel mondo redatto dall’associazione SocietàInformazione e promosso da Cgil, Arci, ActionAid, Antigone, CNCA, Forum Ambientalista, Gruppo Abele e Legambiente.


In un contesto lavorativo come quello italiano, essere precari significa non poter mettere a frutto il proprio titolo di studio, che ai fini reddituali risulta del tutto ininfluente, significa dequalificare il proprio profilo personale. Spesso si confonde erroneamente la mobilità col precariato: in realtà, mentre la mobilità consente al lavoratore di investire su una professione o comunque costruire una propria carriera pur spostandosi da un settore all’altro sia all’interno di uno stesso ente sia da azienda a azienda accresce il proprio valore professionale senza perdere i benefici maturati, il precariato, al contrario, è costituito da una serie di contratti a termine che non cumulano nel tempo vantaggi economici o professionali perché non consentono al lavoratore di progredire nel proprio cammino professionale.

Il precario medio, è single (uomini e donne) più per necessità che per scelta. In quanto slegato da legami familiari, il precario, uomo o donna che sia, è infatti più appetibile per il mercato del lavoro, in quanto ha meno vincoli e non ha praticamente tutele di alcun tipo. È il lavoratore più ricattabile, sfruttabile e facilmente licenziabile. E non poche aziende non assumono una donna se questa è già sposata e soprattutto ha dei bambini piccoli. Una cosa triste da dirsi, ma che purtroppo nel 2008 ancora succede.

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