Gli economisti hanno imparato a dare un nome ben preciso alla loro nuova paura: questo timore si chiama deflazione, quel meccanismo per cui i prezzi non salgono, ma scendono a causa dei mancati acquisti da parte della gente. La deflazione si è già presentata in anni recenti in Giappone, e ha letteralmente “sconquassato” la politica monetaria. Se si vanno a guardare i dati dell’Istat sul caro-vita non c’è da essere allegri per le imprese; in città come Milano (-0,1%), Venezia (-0,3%) e Trento (-0,5%) i prezzi sono tendenzialmente diminuiti, in linea con l’andamento di Eurolandia (-0,1%). Ma ciò vuol dire che per le famiglie italiane fare la spesa nel 2009 costa più o meno come nel 2008 (a conferma che la deflazione è avvertita come un buon segnale dai consumatori). I prezzi rallentano e raggiungono i loro livelli minimi dal 1968. Riguardo ai settori specifici, si deve poi dire che le maggiori flessioni si sono registrate nei trasporti (-18,9% annuo), nei carburanti (-14%) e nei biglietti aerei.
2 commenti su “Il nuovo incubo degli economisti è la deflazione: i prezzi sono fermi”