I lavoratori autonomi possono detrarre i costi sostenuti per le ricariche telefoniche o per le schede prepagate riconducibili, comunque, all’attività professionale o d’impresa. Lo chiarisce, una volta per tutte, l’Agenzia delle Entrate con la circolare 47/E del 2008, che fornisce una serie di risposte alla stampa specializzata sulla manovra finanziaria 2008, e che fissa, per le spese di telefonia, il tetto massimo di deducibilità all’80 per cento.
Con questo provvedimento l’agenzia ha confermato la risoluzione n.907 34177/2004 della D.R.E. del Veneto
spiegando che
devono essere ricondotte nell’ambito delle spese deducibili anche quelle sostenute per l’acquisto delle ricariche telefoniche ovvero delle schede prepagate trattandosi di costi relativi all’impiego dei servizi telefonici.
L’Agenzia delle Entrate ha spiegato, poi, che per ottenere la detrazione dell’80 per cento sulle spese di telefonia queste devono essere rintracciabili, cioè chiaramente documentate insieme, anche, alle modalità di pagamento e totalmente inerenti l’attività svolta dal professionista. A questo scopo possono essere utilizzate le ricevute rilasciate dal bancomat in seguito all’avvenuta ricarica telefonica o lo scontrino fiscale rilasciato dal rivenditore di ricariche o schede prepagate.
L’agenzia, inoltre, fa sapere che la deducibilità dell’80 per cento si applica sia alla telefonia mobile che a quella fissa e può essere valida anche per i dispositivi, compresi i software, utilizzati dai lavoratori per la connessione alla rete Internet. La circolare dell’Agenzia delle Entrate contiene, infine, anche numerosi chiarimenti riguardo gli adempimenti cui sono tenuti i contribuenti durante tutto il 2008 e chiarisce alcuni dubbi circa, ad esempio, il regime dei minimi, i rimborsi spese e il reddito Cfc.