In Italia c’è un vero e proprio esercito di lavoratori irregolari, e buona parte di questi si trovano nelle Regioni del Mezzogiorno. A farlo presente è la CGIA di Mestre che, in base agli ultimi dati ufficiali a disposizione, sottolinea come i lavoratori senza alcuna tutela ai fini fiscali e contributivi siano quasi tre milioni, e di questi oltre 1,3 milioni, pari al 44,6%, si trovano al Sud con tutto quello che ne consegue. Nel Meridione c’è quindi una buona fetta di economia sommersa, fatta di lavoratori che lavorano in nero a fronte di retribuzioni da fame ed un elevato tasso di rischio di incidenti sul lavoro. Il primato negativo spetta alla Calabria con un tasso di lavoratori in nero, rispetto alle posizioni in regola, pari al 26,9%, con a ruota la Sicilia e la Basilicata. Le Regioni più virtuose sono invece quelle del Nord, dalla Lombardia al Veneto passando per l’Emilia Romagna. A livello settoriale, la CGIA rileva un’incidenza ampiamente sopra la media di lavoratori irregolari in agricoltura, ma il fenomeno è altresì diffuso anche nel comparto dei servizi e delle costruzioni.