Per una ripresa economica sostenibile, specie dopo quanto successo con lo scoppio della bolla dei mutui subprime, servono tassi di interesse bassi, in linea con quanto sta realmente accadendo, ma anche prezzi bassi per i prodotti energetici e un’adeguata liquidità per il corretto funzionamento del sistema bancario e finanziario. Anche per questo, l’Amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, esclude che da qui ai prossimi sei mesi si possa pensare di aver un prezzo del petrolio al barile sul livello dei 120 dollari. La previsione dell’AD della società del cane a sei zampe è infatti quella di un prezzo del greggio al barile non oltre la soglia degli 80 dollari con un orizzonte temporale a sei mesi; inoltre, Paolo Scaroni, nel corso di un convegno tenutosi nell’ambito della manifestazione CortinaIncontra, ritiene che gli attuali livelli di quotazione del petrolio non siano tali da determinare ricadute particolarmente negative sulle tasche dei consumatori.