La National developement and reform commission (Ndrc) ha dato il via ad una nuova regolamentazione che permetterà alle aziende cinesi di emettere obbligazioni. L’importante sarà avere per queste aziende dei requisiti specifici:
- Le società per azioni devono avere un patrimonio minimo di 4,1 milioni di dollari
- Le società a responsabilità limitata devono dare una garanzia patrimoniale pari a 8,2 milioni di dollari
Inoltre l’ammontare dell’emissione obbligazionaria non potrà eccedere il 40% degli asset dell’azienda emittente. Gli utili degli ultimi tre anni dovranno essere sufficenti per pagare un anno d’interesse delle obbligazioni emesse.
Fino ad ora i ricavati dovuti all’emissione dei bond poteva solo essere utilizzato per finanziare dei progetti d’investimento, con la nuova riforma i ricavi potranno essere usati per rimborsare un indebitamento verso gli istituti di credito o per una ricapitalizzazione. Comunque i denari raccolti sul mercato non potranno ancora essere indirizzati verso investimenti speculativi. Questa piccola riforma è comunque significativa considerando che in Cina la quasi totalità delle obbligazioni sono titoli pubblici emessi dal governo e dalla People’s Bank of China. Su un volume di circa 1109 miliardi di dollari di debito emessi, solo 24 miliardi appartengono alle obbligazioni delle aziende private (corporate bond). Se consideriamo che le aziende private producono il 52% del prodotto interno lordo (pil) ed hanno un accesso al credito limitato al 27% riusciamo a comprendere quanto questa riforma legata alla possibilità di emettere dei bond possa dare occasione di finanziamento per le stesse aziende. La Cina è un paese comunque in via di sviluppo con un sistema finanziario fragile dove le istituzioni politiche e governative cercano di controllare una crescita economica ormai in piena.