Le fatture pagate in ritardo generano a carico delle imprese, soprattutto quelle piccole, ma anche a carico dei lavoratori autonomi, un incremento di costi annuo stimabile nel nostro Paese in ben 10 miliardi di euro. A rilevarlo è la CGIA di Mestre, la quale sottolinea come questi costi siano imputabili sia a quelli del personale adibito ai solleciti ed al recupero dei crediti, sia al fatto che molto spesso l’impresa è costretta a richiedere denaro alla banche, con il pagamento degli interessi che ne consegue, a causa proprio dei ritardi nei pagamenti che non riguardano solo il rapporto tra imprese, ma anche quello tra le imprese e la pubblica amministrazione. Ma per fortuna, come sottolineato dal segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, è in dirittura d’arrivo, per la fine del prossimo mese, l’approvazione di una direttiva UE che, pena l’applicazione di un interesse del 5% sull’importo della fattura, imporrà agli Enti pubblici il saldo delle fatture entro e non oltre i 30 giorni dalla data di emissione.
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