Rinnovabili, investimenti, occupazione, ambiente. Questi sono i temi affrontati e gli obiettivi preposti dall’amministratore delegato di Terna, Flavio Cattaneo, che ha illustrato ai media il Piano Strategico 2010-2014 della società proprietaria della Rete di Trasmissione Nazionale di energia elettrica ad alta tensione. Cinque anni durante i quali saranno investiti 4,3 miliardi di euro, principalmente per lo sviluppo della rete (900 milioni di euro in più rispetto al precedente Piano).
Un Piano con investimenti in crescita che conferma la nostra capacità di accelerare sullo sviluppo delle rete – sottolinea l’amministratore delegato di Terna -. 4,3 miliardi di euro rappresentano una ulteriore sfida realizzativa con un focus importante sul centro sud, le interconnessioni e le energie rinnovabili. Il 2010 può essere l’anno di punta per una rete ancora più sicura ed efficiente. Terna è pronta. Adesso è necessario accelerare con le autorizzazioni.
Gli investimenti di sviluppo, che rappresentano il 77% del totale del nuovo Piano, saranno concentrati per oltre il 70% al centro sud. Gli investimenti per le interconnessioni con l’estero toccheranno circa 650 milioni (nello scorso Piano furono investiti meno di 100 milioni). Riguardo le interconnessioni con l’estero gli interventi previsti sono: Italia–Francia, il cui iter autorizzativo è stato avviato a ottobre 2009, e Italia–Montenegro per la realizzazione di un cavo di 450 Km (di cui 375 Km in cavo sottomarino) tra Villanova e Tivat e due stazioni elettriche. L’accordo con il Montenegro, prevede infine una partnership strategica tra Terna e l’operatore di trasmissione locale, Prenos: l’operatore italiano acquisterà una partecipazione di minoranza nel capitale sociale di Prenos.
Purtroppo e’ piu’ facile fare interconnessioni con un Paese estero con un capex da centinaia di milioni – ha spiegato Cattaneo – che attraversare 10 Comuni in Italia con un’opera da 30 milioni, perche’ ti trovi davanti dieci amministrazioni locali e ognuna vuole la sua parte.
Terna ha sottolineato, per il nuovo Piano, l’incremento della redditività, dall’attuale 74% al 77% , con un debito netto sempre inferiore al 60% del capitale investito regolatorio. Conferma infine la politica dei dividendi con crescita annua del 4%.