Il Pil spagnolo continua la sua parabola discendente. Nell’arco di due anni, infatti, l’entrate pubbliche sono cadute dal 41,1% al 34,6%, con 65 miliardi di euro in meno che non hanno permesso di rimpinguare le casse dello Stato. È la maggiore diminuzione delle entrate pubbliche di tutti i paesi della Ue. Lo rende noto un rapporto della Commissione europea ripreso oggi dal quotidiano El Pais. Alla base del primato negativo c’è, secondo gli esperti, lo scoppio della bolla immobiliare. Fra il 1997 e il 2007 sono stati costruiti in media 700 mila alloggi l’anno, oltre il doppio del decennio precedente. L’occupazione associata al settore è aumentata di pari passo con i guadagni dei promotori immobiliari e costruttori. Le operazioni di compravendita sono raddoppiate, con una ricaduta positiva sulle entrate fiscali. Secondo i dati forniti dal ministero dell’Economia, fra i 20 e i 30 miliardi di quelle entrate, a causa del raffreddamento del mercato immobiliare, non torneranno alle casse dello Stato. Nel 2008 la Baca di Spagna sottolineava che “il boom fra il 1998 e il 2006 ha comportato un aumento accumulato di entrate fiscali intorno ai due punti percentuali del Pil”.
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