Dopo l’aiuto dello Stato nei confronti della regione Sicilia, una mannaia si sta abbattendo su un gran numero di imprese. E’ un pericolo che rischia di atterrare le imprese commerciali che hanno più dipendenti e che rappresentano l’unica fonte di sostentamento per migliaia di famiglie siciliane. Consiste nel recupero complessivo di milioni di euro elargiti dalla Regione e dallo Stato e corrispondenti a sgravi fiscali e incentivi per l’assunzione di personale, a partire dal 1995 fino al 2001. Sei anni: un salasso per ogni contratto stipulato. Il recupero è stato già avviato dall’Inps, a seguito di una decisione della Commissione europea e poi della Corte di Giustizia Ue: le agevolazioni, di cui nel passato hanno potuto usufruire le imprese, secondo la giurisprudenza europea, sono illegittime, perché violano le norme sulla concorrenza tra gli Stati membri.
Con l’entrata in vigore della legge n. 101/2008 nel maggio scorso, che reca disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e l’esecuzione di sentenze della Corte di Giustizia dell’Ue, l’Italia ha dato seguito all’ultimo avviso di Bruxelles. Ormai non sembra esserci scampo, dopo ricorsi respinti e battaglie legali fallite: per alcune imprese le cartelle sono ormai partite e, in alcuni casi, gli sgravi da restituire sono superiori a 250 mila euro.
Scheda sintetica:
Art. 87 del trattato CE sancisce il divieto di erogare contributi alle imprese che possano ledere il principio di concorrenza. Sono possibili deroghe, ma ogni decisione dei singoli Stati deve essere subordinato alla decisione della Commissione. Nel 1995 la Commissione Europea rende noto il proprio orientamento in materia.
Tra il 1984 e il 1994 l’Italia consente con interventi legislativi dei contributi alle imprese con sgravi contributivi superiori al 25% per i CFL (Contratti di formazione lavoro). Nel meridione le assunzioni vengono fatte anche a disoccupati sotto i 45 anni.
Nel 1997 viene notificato alla Commissione il pacchetto Treu e Bruxelles avvia un procedimento di verifica di tutte le leggi italiane relative ai Cfl.
La Commissione si pronuncia nel 1999: gli aiuti di Stato erogati sono incompatibili con la disciplina sulla concorrenza.
Seguono due sentenze della Corte di Giustizia europea del 2002 e del 2004 che confermano questa tesi.
La CE chiede un recupero degli sconti contributivi giudicati illegittimi ed erogati tra il novembre 1995 e il maggio 2001.
Secondo le leggi italiane il recupero viene affidato all’Inps, che nel 2005 invia alle imprese una richiesta di chiarimenti sulla tipologia dei contributi di cui hanno beneficiato.
Nel maggio 2007 l’Inps notifica le prime cartelle per ottenere la restituzione delle somme, cominciando dai destinatari di sgravi superiori ai 250 mila euro. Ma molte cartelle sono state impugnate con ricorso giudiziario.
Dopo le ennesime procedure di infrazione a carico dell’Italia da parte di Bruxelles, viene emanata la legge n. 101/ del maggio 2008 che introduce norme in materia di recupero di aiuti di Stato innanzi agli organi di giustizia civile e tributaria.