La European Bank for Reconstruction and Development (EBRD: Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo) sta pianificando di potenziare del 50% i suoi investimenti in Mongolia per quest’anno: tali investimenti verranno destinati in particolare alle industrie operanti nei più diversi settori, dal commercio al dettaglio al comparto estrattivo. La banca accrescerà la spesa nella nazione asiatica fino a 50 milioni di euro e prevede, inoltre, un ulteriore guadagno di 100 milioni di euro nel 2009, secondo quanto riferito da John Chomel-Doe, il direttore della banca per la Mongolia.
Gli investimenti esteri del paese asiatico hanno raggiunto i 500 milioni di dollari nel 2007, il 67% dei quali proviene dal settore estrattivo e il 22% da quello alimentare, secondo i dati della Banca Mondiale. Tra il 2005 e il 2007, il totale degli investimenti diretti esteri era pari a 1,2 miliardi di dollari. La EBRD aveva già effettuato alcuni investimenti in Mongolia in passato: investimenti che includono una catena di supermercati, una banca, una compagnia estrattiva, una miniera di carbone e un’azienda produttrice di succhi di frutta.
La banca europea è posseduta da 61 paesi, tra cui il Regno Unito, la Germania, l’Australia e la Mongolia e da due istituzioni intergovernative, la Comunità Europea e la European Investment Bank. La scelta è ricaduta sui settori economici mongoli che hanno dimostrato la maggiore crescita negli ultimi anni: la distribuzione al dettaglio, le bevande, il settore immobiliare, il turismo e le industrie tessili. Anche settori come quelli del cemento, energia rinnovabile e industrie finanziarie sono in procinto di generare una buona crescita. In proposito Chomel-Doe ha aggiunto:
Molti di questi settori sono già nel nostro “cantiere”. La banca sta tentando di accrescere gli investimenti in Mongolia, perché il paese ha una democrazia attiva.
Altri fattori che hanno favorito la scelta della nazione asiatica sono stati, tra gli altri, la presenza di un settore bancario completamente privatizzato, un regime fiscale tra i più apprezzati, una buona libertà di stampa e un settore privato che rappresenta l’80% dell’economia del paese.