Gli investitori dell´Unione Europea potrebbero presto dover fare i conti con una nuova imposta sulle transazioni finanziarie. La bozza del testo è ancora in fase di perfezionamento, il francese Nicolas Sarkozy e il Cancelliere tedesco Angela Merkel hanno già espresso il loro favore e una prima proposta verrà presentata a Bruxelles già dal prossimo mese di settembre. Al contrario di Francia e Germania, i ministeri delle Finanze di Gran Bretagna e Svezia hanno espresso dei dubbi sull’efficacia dell’imposizione, ritenendo che una misura di questo tipo possa funzionare solo se valida in tutti i Paesi del mondo. In questo modo, introducendola solo in Europa, porterebbe solo gli investitori all’estero, con conseguente fuga di capitali nei paesi extracomunitari.
L´imposizione dovrebbe ispirata al modello della famosa, ma mai attuata nel suo impianto originario, Tobin tax e dovrebbe prevedere un’imposizione sulle transazioni finanziarie tra lo 0,05% e lo 0,5% all´interno dei 27 paesi dell´Unione Europea. La Tobin Tax, dal nome del premio Nobel per l’economia James Tobin, che la ideò negli anni ’70, è una tassa che prevede di colpire in misura decisamente relativa, tutte le transazioni sui mercati valutari allo scopo di stabilizzarli (penalizzando le speculazioni valutarie a breve termine). Gli analisti hanno già elaborato alcune stime e il gettito derivante dalla Tobin Tax potrebbe oscillare tra 100-400 miliardi di dollari l’anno. Le Borse non hanno gradito questa proposta e l’annuncio del duo Merkel-Sarkozy si è fatto sentire: il titolo della stessa Deutsche Börse ha perso il 5%, Nyse-Euronext il 4,7% e London Stock Exchange ha subìto una riduzione del 2,8%.
L’industria dei servizi finanziari non dovrebbe essere vista come una fonte addizionale di entrate fiscali, ma come una parte essenziale di una stabile e sostenibile economia – ha commentato l’associazione delle banche di investimento europee (Afme) esprimendo il suo dissenso alla Tobin Tax -. La tassa non aumenta «stabilmente la sicurezza e l’integrità dei mercati, ma anzi spinge a investire su piazze e prodotti finanziari non regolati.
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