La lunga carriera di Steve Jobs all’interno di Apple, cominciata all’età di ventuno anni, è coincisa con la crescita progressiva del colosso informatico: l’ormai ex amministratore delegato lascerà però il suo incarico a breve, ma assumerà quello di presidente del consiglio di amministrazione, quindi bisogna fare i conti con una nuova era che si apre. Jobs lascia per i noti motivi di salute che lo coinvolgono da ben otto anni e la sua successione è stata affidata a Tim Cook, il quale vanta già una buona esperienza a Cupertino. Il discorso per rendere nota la sua decisione è stato toccante, ma ormai si volta decisamente pagina. Come affronterà la Apple il dopo Jobs? In fondo, si tratta del personaggio che ha trasformato la piccola azienda nella seconda società più proficua al mondo (la leadership spetta a Exxon Mobil), attraverso rivoluzioni tecnologiche, soprattutto nel campo della musica e della telefonia mobile.
La sua cura per i dettagli, inoltre, lo ha messo spesso in concorrenza con i due storici rivali, vale a dire Google Inc. e Ibm. L’annuncio è stato comunque devastante dal punto di vista delle contrattazioni: in effetti, il titolo azionario ha perso ben sette punti percentuali, mentre l’indice Nasdaq-100, il quale deve il 66% del proprio valore alle performance della multinazionale americana, ha dovuto cedere altri 0,8 punti. Secondo gli analisti, comunque, si dovrebbe trattare di ribassi di breve durata, anche se per il momento la coreana Samsung è riuscita ad approfittare della situazione e a conseguire ricavi più consistenti.
D’altronde, c’è chi ha messo in luce l’ultimo disastroso biennio di Apple a causa delle continue assenze di Jobs; Cook dovrà dimostrare di avere capacità manageriali importanti e di saper fronteggiare le consuete rivalità, in particolare nell’intricato settore degli smartphone, visto che Google, recente protagonista dell’acquisizione di Motorola, e Nokia hanno promesso di dare battaglia in tal senso.