Standard & Poor’s nutre un certo ottimismo nei confronti delle sorti finanziarie a cui andrà incontro la Danimarca: in particolare, si fa affidamento sulla legislazione del paese scandinavo, la quale dovrebbe consentire una riduzione netta del rischio di default, dopo le preoccupanti notizie che sono circolate in questi giorni. Come ha precisato Per Toernqvist, analista svedese della stessa agenzia di rating, gli strumenti a disposizione per risolvere i problemi attuali sono diversi e sono proprio essi a far ben sperare. Anche Moody’s sembra pensarla allo stesso modo: l’agenzia aveva declassato a maggio ben sei banche danesi, ma ora è disposta a rivedere i propri giudizi. Proprio nel corso della giornata di ieri, comunque, i legislatori hanno stilato la quarta legge bancaria dal 2008 a questa parte, consentendo così ai prestatori di avere un’opportunità in più, anche perché bisogna considerare le perdite di molti di essi e le varie difficoltà legate all’accesso al mercato dei finanziamenti esteri.
Giusto un mese fa, poi, Standard & Poor’s aveva letteralmente “gelato” i danesi, precisando come oltre quindici banche fossero a rischio fallimento, per un costo complessivo di ben 2,3 miliardi di dollari da sostenere entro il 2014. La nuova proposta di legge non elimina del tutto il fallimento eventuale, ma viene rivoluzionato il modo di risolverlo. Ma esattamente quali dovrebbero essere le nuovi implicazioni sul credito di Copenaghen? Nel dettaglio, verranno incoraggiate le scalate piuttosto che costringere gli istituti di credito a dichiarare una inutile insolvenza; inoltre, lo stato potrà anche assumersi i prestiti peggiori.
Il piano in questione, il quale verrà finanziato in blocco dall’industria finanziaria locale, consente infine di dar vita a fusioni strategiche, ma ogni misura comincerà ad avere effetto soltanto quando il Parlamento danese avrà fornito la propria approvazione definitiva alla bozza, anche se è stato assicurato a più riprese che il governo stesso non dovrà subire alcuna perdita di denaro.