La perdita di fiducia verso la Merkel? Le perplessità sulla manovra italiana di Agosto? O la paura per la Grecia? Quali che siano le cause a cui si attribuisce il crollo di questa mattina, sono comunque sbagliate se non si guarda la situazione complessiva senza escludere niente. Più volte è stato ribadito che il Mercato è globalizzato ormai, ed anche se Wall Street è dall’altra parte dell’oceano i condizionamenti sono continui e bilaterali e non si può certo attribuire sempre la colpa dei crolli ad un motivi piuttosto che ad un’altro escludendo una visione d’insieme. La sfiducia è generale e la finanza non riesce più a convincere tanto che le vendite trascinano i settori portanti della finanza al ribasso, con performance rosse ben superiori al 5%.
E che nessuno si sogni di tirare in ballo lo spettro della speculazione; il provvedimento della Consob è stato preso proprio per fermare le “terribili” vendite allo scoperto, quindi quello che si sta verificando è un vero e proprio sell-off di sfiducia e non una speculazione ribassista su qualche news di poco conto. Si tratta di tendenza per dirla in termini tecnici, e non di bolle o trend passeggeri. Meno male che esistono le opzioni ed i future, altrimenti per i trader sarebbe stato difficile guadagnare in un periodo come questo dove solo i ribassi pagano.
Male Deutsche Bank e Societe Generale (oltre il -8%), scente anche Pininfarina (-7.50%) ma sopratutto preoccupa Intesa Sanpaolo (-6.6%) e Saras (-8-80%). Bene Juventus (ma a chi interessa?) Cogeme Set e Indesit, anche se effettivamente la parte dei migliori sulla classifica non è così interessante e non fa’ che confermare l’ipotesi che la tendenza sia negativa visto che non c’è un settore che bilancia le perdite ma solo small-cap trascinate dai pochi acquisti in territorio positivo, senza nessuna garanzia di restarci.
Nel pomeriggio Wall Street è attesa in calo ma dopo qualche ora proverà l’inversione; la tenuta di 11200 è fondamentale fino a domani sera.
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