Un’Italia indebitata che si rivolge ai Paesi asiatici. La notizia dei colloqui tra il ministro delle Finanze italiano Giulio Tremonti e Lou Jiwei, presidente del fondo sovrano cinese China Investment Corp, ha fatto il giro dell’Europa. I cinesi potrebbero essere disposti a comprare titoli del debito pubblico italiano, un modo più sottile per dire che la Cina correrà in aiuto del nostro Paese. Nulla di ufficiale, la notizia, lanciata dal Financial Times e dal Wall Street Journal, ha sottolineato che non è chiaro se i colloqui porteranno a grossi acquisti di bond da parte di Pechino e che l’Italia è considerata da molti analisti «troppo grande da salvare».
La delegazione cinese, ha deciso di incontrare il presidente del China Investment Corp Lou Jiwei, ha incontrato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, oltre al ministro degli Esteri Franco Frattini, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli e i rappresentanti della Cassa depositi e prestiti. Perchè chiedere denaro proprio alla Cina? La Cina e’ il piu’ grande risparmiatore del pianeta, il principale finanziatore del debito pubblico americano con oltre mille miliardi di dollari. La Cina però ultimamente ha deciso di cambiare strategia, ovvero diversificare il suo portafoglio di investimenti, ciò significa che con quei dollari potrebbe acquistare altri strumenti finanziari. Il fondo sovrano China Investment Corporation e’ il braccio operativo di Pechino per investire nei mercati finanziari parte delle cospicue riserve valutarie.
Sulla crisi del debito é intervenuto anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama:
La Grecia è evidentemente il problema più urgente – ha sottolineato -. Sono convinto che finchè non sarà risolta la crisi europea del debito l’economia mondiale è destinata a rimanere debole. Gli Stati Uniti sono al lavoro con le autorità del Vecchio Continente per stabilizzare la situazione. Si stanno adottando misure per rallentare la crisi non per fermarla. Un problema più grave è cosa accadrebbe in Spagna e in Italia se i mercati dovessero continuare a prendersela con questi due grandi Paesi.
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