Prima di ottenere il da 8 miliardi di euro entro metà ottobre, la Grecia dovrà attuare il taglio strutturale del 20% dei 750mila dipendenti pubblici o para-pubblici. La scorsa settimana il governo greco aveva già annunciato il licenziamento di migliaia di funzionari ma all’annuncio non era seguito il licenziamento vero e proprio per evitare una acerba protesta dei sindacati. Il premier George Papandreou, avendo ribadito la volontà di Atene di rimanere nell’euro, dovrà quindi rispettare gli impegni presi con i creditori e questo periodo di austerità potrebbe comportare per il Paese un taglio di 150.000 dipendenti pubblici. I rappresentanti dell’Unione europea (Ue), Banca centrale europea (Bce) e del Fondo monetario internazionale (Fmi), prima di dare la sua approvazione alla nuova tranche del pacchetto di aiuti, desidera verificare che la Grecia inizi a porre un taglio alle spese.
Molto probabilmente la Grecia procederà a tagliare o congelare i salari dei dipendenti statali, accrescere l’IVA sull’energia, sopprimere gli enti pubblici “in perdita” ed é probabile che siano avviate delle privatizzazioni. L’obiettivo è infatti convincere i guardiani internazionali del risanamento greco a tornare in Grecia per continuare con i prestiti interrotti a inizio settembre. Se queste autorità si esprimeranno negativamente, l’Eurogruppo non potrà dare il via libera alla sesta rata da 8 miliardi di euro del maxiprestito Ue-Fmi.
Bisogna rispettare le misure già annunciate per raggiungere gli obiettivi di bilancio del 2011 e per il bilancio 2012 sarà necessario prendere misure aggiuntive per ridurre la spesa pubblica – ha sottolineato il premier George Papandreou -. Se vogliamo evitare il default, stabilizzare la situazione, restare nella zona euro…dobbiamo prendere grandi decisioni strategiche. Le autorità pensano che solo la tassa immobiliare annunciata non basterà a colmare il deficit di bilancio e insistono sulle misure di spesa e a ridurre l’impiego e i trattamenti nel settore pubblico. Noi da parte nostra, ci impegneremo a realizzare le riforme strutturali richieste dai creditori di Atene, l’Ue e l’Fmi.
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