Confrontando i grafici a medio periodo delle principali piazze europee ci si accorge di come l’indice Mib sia diventato estremamente poco reattivo ai movimenti di prezzo; confrontandolo infatti con il Dax30 che resta il riferimento dell’Eurozona si vede come sia nei ribassi che nei rialzi l’indice delle blue-chips di Piazza Affari non abbia assolutamente seguito il range di estensione dell’indice tedesco, mantenendo comunque un’impostazione ribassista di lungo periodo che è quella che preoccupa gli investitori in titoli di Stato.
La paura infatti è che anche in caso di ripresa il FTSE-Mib resti indietro rispetto al resto dell’Europa, allineando la situazione dell’Italia a quella di Spagna e Grecia e dando conferme dei rischi rilevati sulle contrattazioni di CDS; sul Dax il top relativo di Settembre scorso è stato superato nell’ultima ottava con il recupero messo a segno da tutti gli indici, ed anche se il Mib ha praticamente eseguito la stessa figura grafica ora si trova a contatto con una resistenza ribassista di lungo periodo che potrebbe fermare la crescita attuale dell’intermedio in corso che con tutta probabilità potrebbe essere ribassista.
In realtà se si considera il quadro complessivo le previsioni vedono un ciclo positivo/neutrale ed è proprio il fatto di essere inseriti nell’Eurozona che potrebbe salvare il mercato italiano richiamando l’interesse degli investitori Europei; sotto a 16000 punti torna la paura di scendere oltre 15600, ultimo supporto prima di confermare un ciclo neutrale/ribassista, mentre il superamento della dinamica verde nell’immagine allegata darà nuova forza al prossimo tracy+1 ma non prima della chiusura del settimanale attualmentei n corso.