Paradisi fiscali: rischio o opportunità?

I Paradisi fiscali sono particolari zone geografiche in cui il regime di tassazione è molto basso o nullo. In genere questo trattamento è riservato ai non residenti con lo scopo di attrarre gli investimenti ed i risparmi di questi ultimi. I liberi cittadini in questo modo trovano un rimedio per sfuggire alla voracità del fisco uscendo dall’ambito strettamente nazionale per rifugiarsi in luoghi sicuri, per sé e per il proprio capitale, per i propri investimenti e per il proprio futuro.

 

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha pubblicato una lista di 35 paesi considerati paradisi fiscali, minacciandoli di sanzioni se non provvedono a riformare il loro sistema fiscale. I 35 paradisi fiscali sono accusati dall’OCSE di praticare una concorrenza fiscale pregiudizievole, cercando di attirare i privati e le società che vogliono evitare di pagare imposte nel proprio paese. La lista comprende Andorra, Anguilla, Antigua e Barbuda, Aruba, Bahamas, Bahrein, Barbados, Belize, isole Vergini britanniche, Guernesey, isole Cook, Dominica, Gibilterra, Grenada, l’isola di Man, Jersey, Liberia, Liechtenstein, Maldive, isole Marshall, Monaco, Montserrat, Nauru, Antille olandesi, Niue, Panama, Saint-Kitts e Nevis, Sainte-Lucie, Saint-Vincent e Grenadine, Samoa occidentali, Seychelles, Tonga, isole Turk e Caicos, isole Vergini americane, Vanuatu.


Non è semplice dare un’opinione in merito a questa situazione perché intervengono una molteplicità di interessi: da un lato i Paradisi fiscali desiderano attirare investimenti stranieri e in questo modo aiutano anche l’occupazione; dall’altra parte nel Paese interno del produttore vengono a mancare risorse che altrimenti sarebbero qui investite, l’occupazione ne risente, ne risentono anche le entrate fiscali e di conseguenza i servizi che sono finanziati dal gettito fiscale (ma abbiamo già parlato del problema che affligge l’Italia soprattutto al Sud, dove i servizi ai cittadini non sono quasi mai proporzionali alle tasse pagate..); tuttavia il produttore ovviamente grazie a questi Paradisi fiscali risparmia notevolmente ed in più molti di questi Paesi sono mercati emergenti ed hanno un costo della manodopera basso, per cui il risparmio è doppio. Forse la soluzione sarebbe una profonda riforma a livello mondiale che dia innanzitutto uniformità alle regole di imposizione fiscale, garantisca una maggiore trasparenza in queste operazioni e perché no? Forse occorre anche ridimensionare il sistema tassativo dei singoli Paesi per evitare che i produttori “fuggano” all’estero.

4 commenti su “Paradisi fiscali: rischio o opportunità?”

  1. volevo sapere se fare un piano di accumulo o un investimento con un ‘assicurazione con sede legale in uno dei tanti paradisi fiscali,.,.,se e’ rischioso,e,se lo e’ ,,quanto lo e’!!!!!!!????

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