Molti italiani sono stati “sedotti” ad acquistare il debito pubblico: al fine di ridare fiducia ai mercati, i tassi di prestito dell’Italia hanno raggiunto il 7%. Solo alcuni giorni fa sono stati emessi 567 milioni di euro di obbligazioni, un livello giudicato insostenibile nel tempo, per un paese che vive un momento di austerità, con un debito di 1.900 miliardi di euro (pari al 120% del suo PIL). La crisi debitoria che sta attraversando la zona euro costituisce la principale minaccia dell’economia, come sottolineato dall’Ocse nell’Economic Outlook reso noto nei giorni scorsi. Lo scenario presentato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ha tagliato le proprie stime di crescita, indicando un forte rallentamento della ripresa mondiale.
Le economie avanzate stanno rallentando e l’area euro sembra essere in lieve recessione – ha spiegato Padoan, capo economista Ocse – le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito nell’area euro stanno diventando sempre più diffuse. La crescita tornerà nel 2013 con un pil in aumento dello 0,5%. Dobbiamo agire con urgenza per evitare il peggio, siamo in momenti difficili e critici. Nella zona euro dobbiamo bloccare il rischio di contagio. La stretta di bilancio, combinata con il rallentamento della domanda mondiale e con una competitività debole, sarebbe un ostacolo per la crescita a breve termine, ma è necessaria per assicurare progressi sulla strada della sostenibilità fiscale, la disoccupazione aumenterà e che l’aumento dei salari rallenterà.
La svolta delle Grecia, il cambio di governo in Spagna e i piani di risanamento contabile non sembrano essere troppo convincenti per l’organizzazione. Eppure solo pochi giorni fa la Merkel e Sarkozy si erano espressi molto positivamente sull’Italia e sul nuovo esecutivo di Monti, esternando delle affermazioni (le misure di Monti sono state definite dalla Merkel “impressionanti”) che però non sono di certo bastate a convincere la vecchia classe dirigente dell’Europa che conta. Non ci resta che attendere il super vertice del 9 dicembre.
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