Le misure di austerity prese dal governo greco non convincono i cittadini ellenici: migliaia di manifestanti stanchi delle misure prese dal governo sono scesi in strada ieri in Grecia, al grido di “andatevene, prendete il budget e via da qui”, le strade hanno brulicato di persone di ogni genere ed età, lo scontento in merito alle misure del governo é tanto e il piano di salvataggio non convince. Il primo sciopero generale, di 24 ore, dell’era Papademos ha fermato la Grecia e i due maggiori sindacati nazionali, l’Adedy e il Gsee sono stati i promotori dell’iniziativa.
La pazienza della gente comincia a finire. C’è una grande tristezza e una grande collera – ha sottolineato Ilias Iliopoulos, vicepresidente dell’Adedy, che raggruppa i lavoratori del settore pubblico -. Le nuove misure sottraggono redditi ai lavoratori, ai pensionati e all’economia.
Entro la fine di dicembre il governo ha previsto tagli salariali e licenziamenti per più di 20mila persone e sebbene i leader europei abbiano approvato questa settimana una tranche di aiuti da otto miliardi di euro, per consentire al Paese di evitare il default, gli animi continuano a essere agitati.
Quando è troppo è troppo – ha detto senza mezzi termini Christos Kiosis, capo del sindacato Eydap -. Siamo scesi in strada per dire che questo piano di bilancio è un piano di bilancio di austerità un piano di bilancio da fame che non deve passare.
I sindacati che rappresentano circa 2,5 milioni di persone hanno proclamato lo sciopero in segno di protesta contro le misure che svantaggiano i cittadini, i lavoratori e i pensionati: gli aumenti di tasse e i tagli ai salari imposti si vanno ad aggiunge a tagli a stipendi e pensioni già imposti. Le misure fanno parte della manovra di bilancio della Grecia per il 2012 e potrebbero presto essere una realtà: sarà approvata dal parlamento la prossima settimana.
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