La presentazione ufficiale è finalmente avvenuta, gli italiani conoscono il contenuto della nuova manovra finanziaria, la prima del governo Monti. Lo stesso premier ha voluto però parlare più propriamente di un decreto, il quale sarà caratterizzato da due elementi principali, il rigore e l’equità. L’importo complessivo del pacchetto di misure ammonta a ventiquattro miliardi di euro: che cosa è stato stabilito di preciso? Anzitutto, si può partire con i costi della politica: il presidente del Consiglio ha affermato che il suo compenso per questo ruolo non sarà incassato, ma soprattutto si è parlato della riduzione delle giunte provinciali.
Una buona fetta della presentazione è stata dedicata alla riforma delle pensioni: il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha chiarito tutti questi aspetti, mettendo in luce l’introduzione del sistema contributivo per tutti i lavoratori e un’età pensionabile di 62 anni per le donne e di 66 per gli uomini, con maggiore flessibilità per quel che concerne il settore privato. La parola è poi passata al ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture, Corrado Passera; oltre al rilancio di cantieri e opere pubbliche, le misure di questo ambito saranno relative a un fondo di garanzia destinato alle piccole e medie imprese e alla riapertura degli uffici dell’Ice (Istituto per il Commercio Estero). Il numero due del Tesoro, Vittorio Grilli, infine, si è soffermato maggiormente sulle novità fiscali che gli italiani devono attendersi. L’elenco è molto lungo e riguarda il ritorno dell’Ici sotto forma di Imu (Imposta Municipale Unica) sulle abitazioni principali, alcuni sgravi per quel che riguarda l’Irap, l’aumento dell’addizionale dell’Irpef.
In relazione, inoltre, al contrasto dell’evasione fiscale, sarà applicata un’imposta di bollo sui capitali rientrati grazie allo scudo, senza dimenticare i maggiori controlli che sono stati promessi per alcuni beni di lusso, come ad esempio automobili e natanti. I tavoli per i confronti sono già aperti, ma il contenuto da proporre al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sarà quello appena elencato.
Più che una manovra socialmente equa mi sembra una manovra social-comunista, intendo di tipo ex blocco sovietico, dove tutti fanno i sacrifici per lo stato e pochi usufruiscono dei benefici dello stesso.
Faccio alcuni esempi per essere più chiaro; conosciamo tutti la crisi economica mondiale che sta colpendo indistintamente tutti. Sappiamo anche che moltissime famiglie (in questo caso mi riferisco a quelle italiane che come forma di risparmio hanno sempre privilegiato l’acquisto della casa) sono costrette a fare dei grossi sacrifici per pagare il mutuo, addirittura alcune famiglie non avendo più un lavoro sono costrette a vendere e nel migliore dei casi riescono a concludere l’affare altrimenti la casa se la “fuffa” la banca, in toscana “fuffa” lo utilizziamo quando uno si prende qualcosa con la forza. Bene, pensate sempre alle stesse famiglie che adesso, dopo la finanziaria Monti, oltre a fare dei sacrifici per pagare il mutuo si troveranno da pagare anche la cosiddetta IMU.
Altro esempio; tutti , poveri, meno poveri, i normali che non sono poveri ma nemmeno benestanti cioè la famiglia media italiana,benestanti, ricchi, gli ultra ricchi, acquistiamo generi alimentari, vestiti, consumiamo benzina per andare a lavorare ecc… ecc…, cioè intendo dire viviamo, consumiamo, facciamo girare la cosiddetta economia. Aumentare l’IVA dal 21% al 22-23% su tutti i prodotti senza fare discriminazioni particolari mi sembra proprio una bella str……a. Voglio dire se un kg di pane passa da un costo medio di 2,85 euro a 2,91 euro che poi sommandoci l’IVA del trasporto della farina, della farina stessa, delle tasse che aumenteranno nei vari passaggi fino al banco del negozio sono convinto che dal 2012 un kg di pane mediamente costerà 3,50 euro. Bene fino alla categoria dei normali sarà un bel sacrificio, per i benestanti sarà soltanto un aumento del pane e per il resto non sarà assolutamente un problema. Ma se noi mettiamo l’IVA in base al nostro reddito ai beni primari! Non sarebbe una vera e propria innovazione! Direi che sarebbe un’operazione socialmente equa e non com’è stata impostata adesso. Se noi inserissimo nel nostro tesserino sanitario/codice fiscale la fascia di reddito di appartenenza e lo utilizzassimo per gli acquisti generici avremmo due vantaggi, uno applicheremmo l’IVA equamente a tutti e secondo avremmo un controllo in più contro l’evasione fiscale perché tutti dovranno emettere uno scontrino o una ricevuta fiscale per il calcolo dell’IVA.
Quanto ho scritto e solo una piccola parte della mia idea di equità sociale, spero che questo commento sia letto da persone tecnicamente molto più preparate di me magari per prendere spunto e idee su nuove manovre.
Mi scuso in anticipo per gli eventuali errori di sintassi o altro
Cordialmente
Benedetto Sottile