Il mercato di Hong Kong sta cominciando a divenire meno appetibile e proficuo per le banche di investimento internazionali: la constatazione può essere fatta alla luce del vero e proprio record di sottoscrittori che stanno gareggiando per quel che concerne le tariffe delle offerte pubbliche iniziali. Le ipo in questione, infatti, dopo essere aumentate a una media del 5,3% bel corso di quest’anno (la percentuale della precedente decade era pari al 3,1%), sono poi state caratterizzate da un rallentamento delle vendite complessive, le quali si sono ridotte fino a un terzo di quelle della Cina e della città di New York.
Si tratta della conseguenza più immediata ed evidente della concorrenza che si sta espandendo a dismisura, con società cinesi, come ad esempio la China International Capital Corporation, in grado di accaparrarsi più affari rispetto alle rivali di Wall Street. Insomma le sottoscrizioni di ipo ad Hong Kong sta divenendo sempre più affollata e tutti questi elementi, combinati insieme tra loro, hanno letteralmente “spremuto” i prezzi. La commissione su questa piazza è pari a 2,2 punti percentuali, inferiore rispetto alla media degli ultimi anni, ma bisogna tenere conto anche di quello che avviene all’estero. Entrando maggiormente nel dettaglio finanziario, c’è da precisare che gli istituti di credito cinesi sono riusciti a catturare circa il 30% del mercato in questione, il livello più alto in assoluto addirittura da cinque anni a questa parte.
Delle sessantasei aziende che si sono rivolte ad Hong Kong in tal senso, infatti, ben trentasei vantano una sede nell’ex Impero Celeste, una prevalenza davvero netta. In pratica, quest’ultima può essere spiegata con le diverse opportunità che vengono intraviste, visto che invece le banche globali devono fare i conti con il loro indebitamento causato dalla crisi; infine, bisogna anche sottolineare come la volatilità dei mercati azionari abbia contribuito a creare pressione proprio su questi prezzi.
1 commento su “Le ipo di Hong Kong sono diventate meno proficue”