Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che risponde alle esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie. In altri termini, la crescita odierna non deve mettere in pericolo le possibilità di crescita delle generazioni future. Le tre componenti dello sviluppo sostenibile sono: quella economica, la sociale ed infine ambientale e devono essere affrontate in maniera equilibrata.
In occasione del vertice del millennio nel 2000, la Comunità internazionale ha adottato la Dichiarazione del millennio impegnandosi in un progetto mondiale destinato a ridurre significativamente la povertà estrema nelle sue diverse dimensioni. Associati alla dichiarazione del millennio, gli obiettivi di sviluppo sono: ridurre la povertà e la fame nel mondo; assicurare l’istruzione primaria per tutti; promuovere la parità fra i sessi; ridurre la mortalità infantile; migliorare la salute materna; combattere l’HIV/AIDS e altre malattie; assicurare la sostenibilità ambientale; partecipare ad un partenariato globale per lo sviluppo. Per realizzare questi obiettivi entro il 2015, l’Unione europea (UE) ha assunto impegni concreti. La Commissione ha più volte sottolineato come la Comunità e gli Stati membri abbiano già apportato un notevole contributo alle iniziative della Comunità internazionale, difatti l’Unione europea è diventata il principale donatore, in quanto fornisce il 55% dell’aiuto pubblico allo sviluppo mondiale.
L’Unione europea ha inoltre stabilito nel maggio 2001 una strategia a favore dello sviluppo sostenibile. Approvando questa strategia, il Consiglio europeo di Göteborg ha riconosciuto che occorreva sviluppare la dimensione esterna ed ha anche invitato la Commissione ad esaminare il contributo dell’UE allo sviluppo sostenibile a livello mondiale. Per far sì che la mondializzazione contribuisca allo sviluppo sostenibile, la Commissione ha così enunciato le seguenti azioni economiche concrete: nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), occorre integrare meglio i paesi in via di sviluppo nell’economia mondiale; aiutare i paesi in via di sviluppo a beneficiare del sistema commerciale mondiale; modificare il preferenze generalizzate tenendo conto dello sviluppo sostenibile; ridurre le opacità del sistema finanziario internazionale ed instaurare una regolamentazione più efficace di quest’ultimo; incoraggiare le imprese europee ad assumere la loro responsabilità sociale.
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