Sacrifici. Questa é la parola che serpeggia tra le labbra del nuovo esecutivo che si appresta a discutere in questi giorni sugli ultimi emendamenti della manovra che sempre più spesso viene chiamata “Salva Italia“. Sacrifici a cui il popolo italiano non potrà sottrarsi per amor di patria e senza lasciarsi influenzare negativamente dalle previsioni molto dure divulgate ieri da Confindustria sull’economia italiana. Il 2012 non sarà l’anno della ripresa, per l’Italia si attende un periodo di recessione: per l’anno venturo le stime parlano di un -1,6% rispetto alla precedente previsione del +0,2% e il settore più colpito, neanche a dirlo, sarà il lavoro. Il peso delle manovre finanziarie, dei rovesci dei mercati e delle richieste dell’Europa sulla rimodulazione dei debiti pubblici si faranno presto sentire e e come un boomerang, la crisi appena superata dopo il disastro dei mutui subprime, torna ad aleggiare sul nostro Paese e sull’Europa intera: fino al 2013 l’Italia vedrà un periodo in cui la crescita sarà piatta o negativa.
La debole crescita italiana – riferisce il Centro studi di Confindustria – è diventata contrazione a partire dal terzo trimestre 2011. Fino a tutta la prima metà del 2012 il Pil è previsto diminuire ad un ritmo medio dello 0,5% (-1% a inizio 2012), con un calo cumulato del 2,1%.
Lo stesso Corrado Passera ne ha preso atto e ha affermato che l’Italia entrerà presto in recessione, per cause non nostre, ha però voluto sottolineare il ministro dello Sviluppo Economico, “questa crisi viene da fuori” e in particolare dalla “pessima gestione” della crisi dei nostri vicini greci.
Il disagio legato al mondo del lavoro è vicino all’insosteniblità – ha detto il ministro durante un convegno di Confindustria -. Se sommiamo il disagio degli inoccupati, che neppure lo cercano un lavoro, dei lavoratori in Cig e del grande mondo dei sottoccupati ci rendiamo contro che una quota rilevante della società oggi ha gravi preoccupazioni legate al lavoro.
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