Inflazione e tasse rappresentano un vero e proprio fardello per gli italiani. Un fardello che però, al posto di appesantire le tasche, le alleggerisce. Negli ultimi 15 anni la media degli stipendi italiani non vanta una buona posizione rispetto alle altre retribuzioni internazionali. I dati 2010 dell’Ocse sottolineano che Italia si piazza al 22esimo posto su 34 nella classifica delle retribuzioni nette: 25.155 dollari, circa 1000 euro in meno della media Ocse e quasi 4 mila in meno della media dell’Ue a 15. E ora confrontiamo le nostre tasche con quelle dei Paesi vicini di casa: nel Regno Unito la retribuzione netta è stata di 11 mila euro superiore, in Germania di 5 mila euro, in Francia 2 mila e in di 1.500 euro.
Negli ultimi 10-15 anni la posizione relativa dell’Italia è peggiorata – sottolinea il professor Carlo Dell’Arringa, docente di Economia Politica all’Università Cattolica di Milano -. E’ aumentato il divario rispetto a Regno Unito, Germania, Francia e Olanda. Il motivo è che la produttività è rimasta quasi ferma, mentre altrove è aumentata. Il basso andamento dei salari riflette a posteriori la dinamica della produttività. Se i lavoratori, azienda per azienda, sanno che producendo di più guadagneranno di più, questo può innescare un comportamento virtuoso che farà crescere la produttività e quindi i salari.
Con la manovra Monti non ci possiamo aspettare miglioramenti sotto questo fronte, almeno secondo quanto sottolineato dall’Indis, istituto dell’Unioncamere specializzato nella distribuzione dei servizi, che ha previsto una inflazione al +2,4% in media d’anno nel 2012. In una recente nota l’istituto denota come l’aumento delle tariffe pubbliche, l’innalzamento dell’Iva e delle imposte sui carburanti causeranno un rialzo dei prezzi. L’aumento dell’IVA, ricordiamo però, non é automatico e potrebbe scattare solo nella seconda parte del 2012, in caso di necessità. Oltre all’IVA é sotto la lente soprattutto l’ICI che coinvolgerà tutti i cittadini proprietari di prime case, volta a rimpinguare le casse del nostro Stato rimaste a secco con la crisi.
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