Un vero e proprio cambiamento con l’ultima proposta dell’esecutivo guidato da Monti: allo studio un aumento dei parametri di valutazione degli estimi catastali. Il governo sta pensando di passare alla determinazione del valore di un immobile non più in base ai vani ma ai metri quadri. Il team esecutivo ci tiene a sottolineare che lo scopo principale non é quello di fare cassa ma di aggiornare i dati dell’immenso archivio edilizio italiano, adeguandoli ai valori di mercato attuali. Lo scopo però, come sottolineato dal nuovo governo, non sarà quello di fare cassa ma di aggiornare i dati dell’archivio edilizio italiano agli attuali valori di e sarebbe a costo zero per i contribuenti.
Il «costo zero» potrebbe essere a livello complessivo, nel senso che non saranno previsti aumenti sulla pressione fiscale relativa alla casa, ma occorre sottolineare che il risultato non sarà uguale a quello attuale per ogni proprietario, altrimenti la riforma non avrebbe ragione d’essere portata avanti. Secondo l’esecutivo italiano, la classificazione delle unità immobiliari non è più attuale poiché è da più di venti anni che non sono aggiornate le classi catastali. Per avviare la riforma il Governo chiederà un’apposita delega che poggerà su alcuni principi: valore patrimoniale dell’immobile, reddito medio «ordinariamente ritraibile» e il vano come unità di misura della consistenza fiscale dell’immobile.
Il ministero dell’Economia vuole andare avanti nella riforma del catasto perché le attuali rendite, su cui si basa in larga parte la tassazione immobiliare, non sono più congrue rispetto ai valori di mercato – sottolineano dal Ministero del Tesoro -. Per favorire una maggiore equità nella determinazione delle basi imponibili catastali e conseguire una perequazione effettiva tra i diversi territori urbani è necessario porre in essere una riforma del sistema estimativo del catasto edilizio urbano. L’obiettivo è assicurare una base imponibile adeguata da utilizzare per le diverse tipologie di tassazione.
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