L’ultima asta del 2011 costringe ad un bilancio annuale molto contrastato; l’andamento del collocamento è di difficile interpretazione visto che se da un lato abbiamo avuto rendimenti in leggero calo, dall’altro la domanda non è stata soddisfacente e lo spread Btp-Bund torna ad allargarsi.
Il collocamento dei Buoni del Tesoro Poliennali a 10 anni ha visto in particolare due BTP che rispettivamente sono stati offerti al 6.98% (per quanto riguarda la scadenza 2022) e 6.7% (per quanto riguarda invece la scadenza al 2021) e sono identificabili con ISIN IT0004759673 e IT0004695075. Rispetto al precedente dicevamo che c’è stato un calo nel rendimento annuale (7.56%) ma la domanda ha visto un rallentamento notevole; per il primo BTP di cui sopra si parla di una domanda in linea (2.5 miliardi collocati per una richiesta di 3.39 miliardi) con le aspettative, mentre per il secondo (con scadenza nel 2021) l’assegnazione è stata di 1.17 miliardi quando invece era stato previsto un collocamento di 2 miliardi.
Anche il triennale soffre del momento anche se tutto sommato si può parlare di esito positivo; sono stati collocati 2.53 miliardi di euro per una richiesta di 3.46% del BTP a tre anni con ISIN IT0004780380. Il rendimento di questi ultimi è del 5.62% in calo rispetto al precedente 7.89%.
Abbiamo poi anche i CCTeu di Aprile 2018 con un dato che è assolutamente irrilevante a fini dell’analisi; sono stati collocati 803 milioni di euro per una domanda quasi doppia ad un rendimento pari al 7.42% rispetto al precedente 4.52% che però risale ad Agosto, quando il “pericolo spread” non era ancora presente sul mercato ma iniziava a prendere forma.
Possiamo comunque dire in chiusura che se i decennali sono sempre più colpiti vista l’incertezza crescente nel lungo periodo e l’impossibilità di fare previsioni per un tempo così lungo, i triennali tutto sommato tengono il mercato e restano i preferiti per tutti. La tendenza ad investire si è sicuramente fermata visto che a fatica si è raggiunto il minimo previsto ma l’ago della bilancia propende ancora verso il breve periodo a discapito del lungo, e questo potrà fare la differenza negli equilibri finanziari a medio termine.
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