Con tutti i contratti a progetto in circolazione non é facile trovare qualcuno che percepisca la fantomatica tredicesima. Chi ne ha sottoscritto uno, sa benissimo che il contratto a progetto non prevede nè ferie nè tredicesima, tantomeno quattordicesima. Eppure c’è qualcuno in Italia che non solo ha sia la tredicesima che la quattordicesima, ma anche la quindicesima. E come se non bastasse anche la sedicesima. Sembra uno scioglilingua, ma questa non é altro che la realtà del regolamento sul personale del Senato. All’articolo 17 comma 3 di suddetto articolo infatti, l’«indennità compensativa di produttività», che di fatto equivale a una sedicesima, é una mensilità aggiuntiva rispetto alle già quindici di cui gode lo stipendio dei dipendenti del Parlamento.
Stipendio maggiorato non solo a dicembre e giugno, ma un’ulteriore mensilità il cui importo viene distribuito nelle buste paga di aprile e settembre. In più la suddetta sedicesima. È questo il grande spirito di sacrificio di cui parla ormai da settimane il premier Monti in virtù della manovra Cresci Italia? Ovviamente i diretti interessanti non hanno perso tempo a fornire dei chiarimenti: non si tratta di sedicesima, non si può chiamarla così: l’indennità va a compensare la rinuncia a una serie di festività soppresse e l’incremento – da 37 ore e mezzo a 40 ore settimanali – dell’orario di lavoro.
Tra l’altro questa indennità (come la quindicesima) non viene erogata in una unica soluzione ma per metà nella busta paga di aprile e per metà in quella di settembre. Senza contare che la voce è anche «pensionabile» e quindi confluisce nel calcolo dell’assegno pensionistico. Sono tutte informazioni che stanno vendendo a galla in quest’ultimo periodo, d’altronde c’era da aspettarselo: con un governo che ogni giorno continua a chiedere agli italiani sacrifici e che sembra quasi voler fare i conti in tasca a ogni cittadino, non sorprende che gli italiani stessi abbiano deciso di fare i conti in tasca a qualcun altro.
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