Grecia ancora a rischio default: il premier greco Lucas Papademous ha chiesto ai cittadini di accettare ulteriori riduzioni dei salari, unico percorso percorribile per evitare un default nel mese di marzo. Secondo il governatore una riduzione momentanea dei salari é essenziale per la competitivita’ greca e, parlando con i sindacati e gli imprenditori, sarà necessario accettare sacrifici limitati per evitare un esito catastrofico. Opposizioni da parte dei sindacati: da parte loro hanno sottolineato di non essere disponibili ad accettare una riduzione del salario minimo (che ad oggi supera di poco i 750 euro) nonché la riduzione o abolizione delle tredicesime e quattordicesime. Un processo del genere sarebbe ritenuto un “crimine” come affermato da Dimitris Asimakopoulos, presidente del GSEVEE, uno dei principali sindacati greci.
Il premier ha ricordato che senza accordo con la troika di creditori (Fmi-BCE e Ue) che erogano i prestiti, la Grecia corre seri pericoli. Papademos ha sottolineato che l’austerità è l’unico modo per evitare il collasso economico. Sembra quasi di sentir parlare il nostro premier che continua a chiedere sacrifici congiuntamente all’annuncio del decreto Cresci-Italia. Ma la situazione della Grecia é diversa: l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale concederanno i loro aiuti solo se saranno concretizzate alcune riforme volte alla riduzione della spesa pubblica e quindi a una diminuzione del debito.
La troika però ha fatto sapere che la tranche di aiuti da cinque miliardi di euro prevista per il mese scorso verrà pagata solo a marzo di quest’anno, con tre mesi di ritardo quindi. A sua volta il pacchetto di aiuti previsto a marzo sarà sposato di ulteriori tre mesi e sarà pagato solo a giugno. Intanto il portavoce della Commissione Olivier Bailly ha annunciato che i negoziati tra la Troika e le autorita’ greche sul nuovo programma finanziario di sostegno al paese riprenderanno ad Atene tra il 14 e il 16 gennaio.
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