Come i mercati si aspettavano, la BCE nella prima riunione del 2012, ha lasciato i tassi di interesse invariati all’1%, il minimo storico. Sembra però che questo minimo sia destinato a scendere ancora, una ulteriore riduzione sembra infatti essere prevista nei prossimi mesi. Il presidente Mario Draghi si trova così a dirigere il dibattito sulla politica economica, che dovrà essere incentrata soprattutto sull’uscita dalla crisi. Qualcuno spera che presto vengano adottate nuove misure a sostegno del sistema bancario, anche perchè lo stesso Draghi ha sottolineato che non sarà più permesso il verificarsi di una mancanza di capitali di banche e Stati.
Negli scorsi giorni, anche l’agenzia di rating Fitch ha pressato la Bce affinchè aumenti le misure a sostegno dell’euro. Che tra l’altro sta vantando delle buone performance in questi giorni: il cambio euro/dollaro, sostenuto dalle positive aste di bond in Spagna e in Italia é pari a 1,2760 contro la moneta americana, in progresso rispetto alla quota di 1,2710 nei giorni scorsi. Draghi ha sottolineato che i p/t (a tre anni) stanno funzionando e desidera spingere i politici verso il fiscal compact. I mercati lo stanno interpretando come un segnale di speranza e l’euro percepisce questo spiraglio positivo.
Le forniture di liquidita’ e le modalita’ di assegnazione delle operazioni di rifinanziamento rimarranno a sostegno degli intermediari finanziari di Eurolandia e dell’economia reale, come ha sottolineato Mario Draghi. Il ricorso estensivo alle operazioni di rifinanziamento a tre anni permetterà di aumentare, nel tempo, la fiducia nel nostro mercato, l’Eurotower inoltre e’ pronta ad agire ancora sui tassi, se necessario. Draghi continua a insistere sul nuovo trattato fiscale europeo e il rafforzamento dell’Efsf, il fondo salva-stati. Il Fiscal Compact su cui si sta discutendo in Europa deve essere «chiaro e non ambiguo sulle regole», come sottolineato dal presidente BCE, il quale sottolinea che andrebbe ratificato entro la fine del mese.
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