Giornata di attesa per la Francia. Parigi sta infatti collocando sul mercato i propri titoli di Stato: un appuntamento ampiamente previsto, che dovrebbe permettere ai transalpini di ottenere 8,7 miliardi di euro di prestito. L’esito dell’asta appare tuttavia piuttosto incerto (nonostante qualche indiscrezione positiva degli ultimi minuti) a causa del comportamento dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, che venerdì scorso, a piazze finanziarie chiuse, aveva declassato Parigi privandola della storica tripla A.
Proprio in vista dell’appuntamento di questa mattina, Sarkozy aveva mostrato chiaramente di non gradire il comportamento degli analisti della società di rating statunitense, arrivando a sostenere a denti stretti che il loro giudizio non era rappresentativo del reale stato di salute dell’economia e dei conti pubblici del Paese.
Diversamente da Standard & Poor’s, inoltre, l’agenzia di stampa France Press rende noto che Moody’s avrebbe confermato il proprio rating di tripla A nei confronti di Parigi: una notizia che potrebbe controbilanciare il pessimismo di chi ha visto nell’atteggiamento di S&P la certificazione di una crisi del sistema francese, e che potrebbe pertanto influenzare al meglio le ultime ore dell’asta dei titoli del debito sovrano francese.
Nel corso degli scorsi giorni, inoltre, la terza agenzia di stampa di riferimento mondiale, Fitch, aveva dichiarato di aver mantenuto il giudizio della tripla A sulla Francia, e di voler confermare anche nei prossimi mesi tale posizione, salvo catastrofi tutt’altro che prevedibili.
In attesa dei risultati puntuali dell’asta, Sarkozy è voluto intervenire pubblicamente affermando che “la crisi può essere superata, purchè ci sia la volontà collettiva e il coraggio di riformare il nostro Paese. Parlerò ai francesi a fine mese, dirò loro quali decisioni importanti occorre prendere senza perdere tempo”. Basterà per garantirgli una strada privilegiata per la tornata elettorale delle presidenziali parigine?
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