A pochi mesi dalle sue dimissioni torna davanti alle telecamere Jurgen Stark; questi fino a Settembre ha fatto parte del board della BCE ma quando la discussione sul programma di acquisto di BOND da parte della BCE stessa si è acceso il suo abbandono è stato inevitabile. La spaccatura interna alla Banca Centrale Europea sembrava infatti non avere altra soluzione se non le dimissioni del sessantatreenne che si è sempre detto contrario all’acquisto di titoli di Stato da parte della Bce.
A distanza di circa 4 mesi Stark torna alla carica puntando ancora una volta il dito verso i suoi colleghi e verso chi ha permesso manovre fiscali che, secondo lui stesso, non possono risolvere niente; secondo le sue parole, ogni volta che la BCE si è fatta carico dei problemi fiscali dei Paesi membri, oltre ad “uscire” da quello che è il suo campo d’azione, non avrebbe realmente aiutato l’economia reale, che invece per essere rilanciata ha bisogno di manovre completamente diverse.
Se il ruolo della BCE è inoltre quello di mantenere stabile il valore dell’Euro (che già di suo dovrebbe esserlo, visto che è la seconda su scala mondiale dopo il Dollaro USA) allora anche in questo caso l’operato non è assolutamente consono agli obiettivi e lo dimostra ampiamente l’andamento del cambio con il Dollaro USA.
Se da un lato sembra che il programma di ri-acquisto di Bond da parte della BCE abbia giovato ai mercati almeno nel brevissimo periodo, dall’altro non si può certo negare che questa operazione sia un pessimo ripiego ed il Board avrebbe potuto benissimo concentrare la propria azione su altro in questi mesi (ad esempio sui problemi del prestito interbancario, per dirne uno) ragionando sugli effetti a lungo termine.
Ancora comunque si parla dell’era “post-Stark” visto che dalle sue dimissioni si è aperto un nuovo capitolo nella storia della BCE che promette di essere molto diversa rispetto ai tempi precedenti, quando a contrastare le decisioni azzardate e non orientate al futuro c’erano proprio uomini come Stark.
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