Samsonite International, la multinazionale americana nota per la sua produzione di borse e bagagli (tra le maggiori al mondo), ha annunciato la possibile acquisizione di un’altra concorrente, la Tumi Holdings Incorporated: gli stessi vertici aziendali considerano questa operazione come un passaggio naturale, tanto che si è pronti a spendere fino a un miliardo di euro. Inoltre, come ha precisato Ramesh Tainwala presidente di Samsonite per l’area dell’Asia-Pacifico e del Medio Oriente, l’intenzione è quella di accelerare la crescita economica attraverso altre incorporazioni di questo tipo.
La compagnia di Mansfield vanta oltre cento anni di storia e in questo preciso momento preferisce sfruttare i propri flussi di cassa per acquisire un nuovo brand che possa ampliare l’offerta dei propri prodotti. D’altronde, bisogna anche invertire il trend che è stato registrato presso la Borsa di Hong Kong da un anno a questa parte, vale a dire i quattordici punti percentuali che sono stati persi a causa della contrazione dei consumi nei mercati più evoluti. Secondo il punto di vista degli analisti, comunque, Samsonite sta facendo molto meglio rispetto ai propri rivali, con business ciclici molto promettenti dal punto di vista finanziario. Tra l’altro, non c’è alcun interesse a quelle trattative che prevedono di diventare solamente azionisti di un’altra società, pertanto Tumi rappresentava l’opzione più interessante in tal senso.
Per quel che concerne l’andamento borsistico, c’è da dire che il titolo in questione ha raggiunto circa 1,25 miliardi di dollari di valore dal momento della sua offerta pubblica iniziale dello scorso mese di giugno, mentre il denaro cash a disposizione ammonta a quasi 102 milioni di dollari. Le azioni hanno perso però lo 0,5% proprio nel corso della giornata di ieri e sempre presso la piazza asiatica; il calo del 14% deve essere immediatamente raddrizzato, se non altro perché è addirittura superiore a quello dell’indice Hang Seng (-11%). Le maggiori aspettative di crescita, infine, sono attese dalla Cina, Russia, India e Indonesia.
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