Le famiglie italiane stanno affrontando in maniera sempre più difficoltosa questa persistente crisi economica: come ha rilevato opportunamente l’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, infatti, dal 2008 al 2011 l’indebitamento dei vari nuclei presenti nel nostro paese è aumentato di ben 36,4 punti percentuali, un valore davvero elevato. Se invece si volessero conoscere i termini assoluti, allora ci si accorgerebbe che l’ammontare sostenuto da ogni famiglia è stato molto vicino ai ventimila euro. I dati messi in luce in questo senso hanno fatto comprendere, inoltre, che i cittadini romani sono quelli che si trovano in maggiori ambasce, con un indebitamento medio pari a 29.287 euro, di gran lunga superiore a quello delle famiglie di Lodi (28.470) e di Milano (28.251).
C’è poi un’ulteriore stima che fa davvero preoccupare ed è quella relativa al debito totale che pesa sulle famiglie stesse, vale a dire ben 503 miliardi di euro. Come ha precisato la Cgia di Mestre, le cifre in questione devono riferirsi ai debiti contratti dai consumatori con il sistema degli istituti di credito, a causa soprattutto di contratti di mutuo per gli acquisti immobiliari, ma anche finanziamenti e prestiti vari. Tra l’altro, tale incidenza risulta essere molto più forte tra quelle persone che possono vantare delle risorse finanziarie medio-basse, come era facilmente intuibile. Nel caso in cui la crisi dovesse continuare imperterrita, questa situazione non potrà che peggiorare, uno scenario non certo incoraggiante.
L’associazione veneta ha aggiunto che la congiuntura economica negativa viene avvertita meno nettamente nelle piccole realtà urbane, una differenza che è facilmente spiegabile col fatto che in questi ambiti il costo della vita è decisamente inferiore. Per concludere, si può sottolineare come le province italiane che hanno una maggiore esposizione con le banche sono anche quelle con dei redditi più elevati: frequenti casi di “virtuosismo” si sono invece registrati al Sud, in particolare in Calabria e in Sicilia.
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