Il gruppo Unipol ha comunicato ieri il raggiungimento dell’accordo per la fusione con Fondiaria Sai, Premafin e Milano Assicurazioni, mentre in data odierna vengono diffusi i particolari del piano che completano il quadro generato dal 13 Gennaio scorso quando è stata sottoscritta la lettera di intenti.
L’accordo ha richiesto un massiccio intervento della Consob e varie sedute dei Cda ma i risultati sono arrivati; il gruppo della famiglia Ligresti, che controlla Fondiaria-Sai, sono azionisti per il 50% ma nell’immediato scenderanno al 10% mentre Unipol si farà carico di un aumento di capitale da 400 milioni che permetterà di salire al 70% nella quota di partecipazione.
Unipol inoltre ha confermato il proprio aumento di capitale a sua volta da 1.100 milioni di euro entro metà Febbraio prossimo mentre un’altro aumento di capitale è previsto successivamente per Fondiaria-Sai per un importo pari a 1.050 milioni di euro. A metà 2012 infine inizierà la vera e propria fusione del nuovo gruppo che vede, direttamente ed indirettamente, interessi per Unipol, Fondiaria-Sai, Premafin e Milano Assicurazioni. Per concludere, in borsa risulterà un unico gruppo sotto un unico nome che sarà di proprietà del Gruppo Finanziario Unipol.
La risposta in borsa alla notizia di oggi è estremamente contrastata sotto certi aspetti; possiamo sicuramente dire che Unipol ha già scontato quel che doveva nei giorni precedenti ed il prezzo è allineato alle aspettative ed includeva la notizia che l’accordo sarebbe stato trovato. La discesa attuale di 0.35% è infatti insignificante e altro non fa’ che consolidare i risultati dei giorni precedenti che hanno visto un recupero netto da 0.17 a 0.21, mentre l’assestamento si conferma intorno a 0.19.
Male Fondiaria-Sai che invece perde il 9.75% eliminando tutto il lavoro positivo fatto nei giorni precedenti; in apertura il titolo sembrava quasi voler riprendere 0.70 ma in pochi scambi la direzione ha girato in negativo ed ha costretto ad un ripiego sotto a 0.65 che ora diventa la resistenza da superare per evitare nuovi crolli verticali.
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