Monte dei Paschi di Siena, Banco Popolare, Ubi Banca, Intesa Sanpaolo e Iccrea: sono questi i cinque istituti di credito su cui si è concentrata l’attenzione dell’agenzia di rating Fitch, la quale ha provveduto a rivedere al ribasso le valutazioni complessive. Ancora una volta, si tratta di un adeguamento al recente declassamento del credito dell’Italia come paese. Entrando maggiormente nel dettaglio, occorre precisare come la valutazione di Monte dei Paschi e Banco Popolare sia stata tagliata da BBB+ a BBB (sempre nell’ambito della “discreta affidabilità”), mentre Iccrea e Ubi hanno subito una riduzione da A- a BBB+, senza dimenticare Intesa Sanpaolo (da A a A-).
C’è comunque da precisare che il rating watch negativo non è più una realtà per molti gruppi, ma le prospettive rimangono tutto sommato negative. La stessa Fitch ha spiegato tutti i motivi che l’hanno spinta a questa nuova operazione. In particolare, l’agenzia americana ritiene che l’andamento dell’economia nazionale non sia incoraggiante, ma anzi produttivo di altri peggioramenti per quel che concerne la qualità degli assets finanziari: le previsioni a cui si fa riferimento in questo caso sono quelle che parlano di un calo del prodotto interno lordo di 1,7 punti percentuali nel corso di quest’anno e di altri 0,2 nel 2013, il che non è un buon segnale per le banche, la cui redditività risulta essere debole e che devono sopportare forti pressioni dall’esterno.
Lo stesso accanimento, però, non è stato notato per altri istituti importanti quali Unicredit e Banca Popolare di Sondrio, i quali hanno beneficiato di una importante conferma del rating in questione. Neanche le aste a tre anni della Banca Centrale Europea hanno convinto Fitch: nello specifico, la raccolta e la liquidità delle banche italiane rimane ancora sotto osservazione, anche e soprattutto alla luce dei costi piuttosto alti per quel che riguarda il finanziamento e l’accesso al mercato wholesale (il cosiddetto ingrosso).