Giornata movimentata per lo spread, il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani, e quelli tedeschi. Attualmente il gap è intorno a quota 360 punti, ma il suo andamento è particolarmente instabile, condizionato dal rincorrersi di voci sulla potenziale risoluzione della crisi greca e, in modo più specifico, sulla variabilità d’esito della trattativa in corso tra l’Unione Europea e il governo di Atene.
L’Unione sta infatti aspettando un segnale chiaro dall’esecutivo ellenico per poter convocare l’Eurogruppo entro i primi giorni della prossima settimana, deliberando in tal modo la nuova tranche di aiuti (130 miliardi di euro) che permetteranno al Paese di rimborsare regolarmente i titoli di Stato in scadenza (l’appuntamento più importante è quello relativo alle scadenze di metà marzo), evitando in tal modo il default.
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Gli investitori internazionali, ad ogni modo, sembrano essere convinti che – in una maniera o nell’altra – l’intesa sarà comunque raggiunta. Di conseguenza, si è scatenata la corsa agli acquisti, con Piazza Affari trascinata dalle banche (Unicredit guadagna il 3,4%) con il listino principale in territorio positivo per 1,7 punti percentuali.
Tornando allo spread, particolarmente incisive sono state le parole del premier Mario Monti, che ha dichiarato come “l’Italia è fuori pericolo”: nei minuti successivi all’affermazione lo spread ha toccato il minimo di 349 punti, per poi ritornare in rialzo verso 370 punti, e ridiscendere ora verso quota 360 punti.
Allargando il fronte agli altri Paesi, calo di 4,3 punti percentuali (contro previsioni dei macroeconomisti per un punto percentuale) per le esportazioni della Germania nel mese di dicembre, per la contrazione più grave degli ultimi tre anni; le importazioni vengono invece date in calo di 3,9 punti percentuali (contro previsioni di crescita di 0,6 punti percentuali). Il surplus destagionalizzato tedesco scende quindi a 13,9 miliardi di euro dai 14,9 miliardi del mese di novembre.