L’Unione Europea è convinta che l’Italia sia uno di quei paesi che presentano i maggiori squilibri dal punto di vista macroeconomico: questo vuol dire che, secondo il punto di vista di Bruxelles, il nostro paese è caratterizzato da una struttura ben precisa, vale a dire con delle aree che sono ben sviluppate e industrializzate (è il caso delle regioni del centro-nord) e altre che invece presentano una attività economica molto inferiore, senza dimenticare gli squilibri che esistono per quel che concerne il reddito dei vari cittadini. Questi dati emergerebbero, come anticipato dall’Ansa, dal rapporto sul meccanismo d’allerta che è stato posto in essere dall’Ue, un documento che diventerà ufficiale e che sarà reso pubblico a tutti nel corso della giornata di domani.
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Cosa suggerisce di preciso questa analisi? Sul nostro paese incidono in modo negativo due elementi, vale a dire l’alto debito pubblico e il calo di competitività che si sta registrando da diversi anni a questa parte. Inoltre, queste situazioni sono state create da altre performance poco incoraggianti dal punto di vista finanziario, ovvero il declino della produttività e l’andamento non esaltante del costo del lavoro. Sarà ora compito di Olli Rehn, commissario per gli Affari Economici, presentare questa relazione a Strasburgo, presso il Parlamento Europeo. Ma non è soltanto il nostro paese a destare preoccupazioni per quel che riguarda tali squilibri: in effetti, l’indagine cita anche nazioni che si trovano in condizioni peggiori, quali Cipro, Ungheria e Spagna.
La soluzione che viene suggerita dall’Unione stessa è quella di correggere quanto prima questi dati, tentando di far diminuire l’indebitamento totale e di migliorare la crescita proprio per recuperare competitività. Non è un caso, infine, che queste anticipazioni siano state rese note insieme a un’altra denuncia, quella della Confcommercio, in merito alla stretta al credito (il cosiddetto credit crunch) nei confronti delle imprese nazionali.
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